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domenica 26 maggio 2013

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sono quelle urla che tornano a rallentare il mio cuore. Dopo una notte insonne resto stordita dal sonno. Abbiamo fatto l'amore, ed hai consolato il mio pianto. I tuoi occhi grandi mi avvolgevano. Mi perdevo: tra i tuoi grandi seni, tra le tue cosce, tra sguardi persi nel peccato. Mi portavi lontano, dove si perdeva l'eco di quelle grida che accompagnavano la mia infanzia. Adesso vola, voglio posarmi tra bianchi cuscini mentre sciogli i capelli al vento e spieghi le ali verso un'altra luna piena.

martedì 21 maggio 2013

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ho staccato l'energia elettrica. Resto al freddo. Mi scalda l'odore del pane caldo, due candele sul tavolo, il vino amaro e un pò di fumo. Mentre il mio cuore accompagna, come una leggera litania, il silenzio verso la notte. Niente muore, tutto resiste. Basta non aprire le finestre.

lunedì 13 maggio 2013

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in fondo altro non sono sono che una puttana intellettuale: dalla carne tenera, i pensieri profondi e le fantasie infantili. La mia depravazione puoi trovarla nei miei occhi persi, tra pagine ingiallite, o nella mia lingua che affonda tra le cosce di una vergine. La mia pelle è chiara e appena la sfiori restano i lividi, non smettere di picchiarmi, preferisco il viola al pallore bianco. Solo un'ultima preghiera: suona il piano per me quando hai finito. Voglio osservarti: nuda che fai salire dolci note verso il soffitto, mentre piano asciugo il mio sangue che ha sporcato il pavimento.

domenica 12 maggio 2013

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chiudo gli occhi: mi appaiono madonne vestite di nero. Con una figlia in grembo ed un' altra in croce. Mi chiedo quale io sia: quella ancora innocente che si attacca al seno? O quella satura di peccato messa alla mercé della folla? Ho il ventre spolpato dai lupi, gli occhi dallo sguardo assente e mille petali di rose attorno. Sono la regina di un regno astratto. Dove nessuno muore mai, le figure cambiano forma consumate dal tempo e nulla più spaventa. Ho legato un fiocco rosso tra i capelli, mi fa sembrare più grande. Le bambole mi osservano adagiate su un vecchio comò di legno antico. A volte parlano, ma mai tra di loro. Non mi chiamano mai Marlene, la loro voce arriva lenta e ti avvolge. Mi chiedo quando siano morte, e come facciano a restare belle ora che il loro sangue è gelato. Buonanotte bambine. Marlene.

domenica 5 maggio 2013

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vivo un sonno eterno, mi sono addormentata tra le calde cosce della Luna, con le mani sui suoi seni, attenta a non lasciare graffi. Io sono la tua amante, la tua maledizione, il demone che traduce la tentazione in peccato. Puoi scoparmi ancora: tra roghi di spine che mi infilzano la carne, piccoli insetti che risalgono la mia pelle secca ed occhi bianco latte da cui sgorga clorofilla. Morirò ancora, per mille altre volte. Con lo sguardo sereno, che si posa sul pianto delle madri di tre giovani vergini appese alle croci. E' solo carne tremula inchiodata al legno, in attesa del banchetto di pennuti rapaci. Questa veglia mi dona sofferenza, spero di riaddormentarmi presto, senza aghi tra le vene.