piango, mentre accarezzo dolcemente il peluche a cui ho staccato le orecchie bruciate in giardino. L'odore del fumo mi è rimasto in gola. Il palato continua a secernere saliva amara, continuo a sputare moltiplicando fazzoletti sporchi. Il rimorso mi assale e mi soffoca, non riesco a dormire. Lo stringo forte al seno, poi gli sussurro: "aspettami". Mi alzo dal letto, vado in cucina, afferro il coltello che uso per dividere la carne. Torno in camera, osservo quell'inutile pupazzo e lo colpisco al cuore.
Tre volte:
-la prima per gioco
-la seconda per amore
-la terza per non essere più sola
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